lunedì 10 novembre 2008


Un coro di voci sale dalla costa livornese. Voci di ragazzi e ragazze alle prese con la vita, voci sboccate e tenere, insofferenti, voci di esistenze fragili ma decise a non soccombere. Ogni luogo è chiamato col suo nome, ogni cosa illuminata da una luce feroce, da un’estate che si vorrebbe perenne ma che porta con sé la nostalgia della fine, un presagio d’inverno. Vitali e malati sono questi racconti, coraggiosi e lucidi fino al delirio. La scrittura di Biagetti “si colloca in una dimensione minimalista provinciale. Una fotografia realistica, solare, senza storia maiuscola, in cui si sposano le osservazioni sul fatto circostanziato e le considerazioni che sfiorano una vita intera. Lo stile è secco e incisivo, grezzo e genuino, leggermente indebolito – o condizionato - da un eccesso di echi dialettali strapaesani” (Sergio Pent). E ovunque il libeccio, presenza costante che confonde ricordi e progetti con la sua bonaria saggezza in un abbraccio che a qualcuno sicuramente ricorda quello di una mamma. A queste voci danno un volto i disegni precisi e stralunati di Nicoletta Calvagna, capace di cogliere le incrinature dell’anima sotto la solidità delle apparenze.
Alessandro Biagetti è nato a Cecina nel 1977, si è trasferito a Roma per abbracciare la carriera ecclesiastica, poi si è tolto la tonaca ed è tornato a casa. Modera un gruppo di scrittura creativa, si occupa di giochi di ruolo e continua a studiare teologia. Questa è la sua prima pubblicazione.
Nicoletta Calvagna (Catania 1977) ha studiato filosofia (laurea e dottorato) e insegna italiano alle scuole medie. Da piccola disegnava sedie. Ora, insieme ad altri, illustra la rivista letteraria "L'accalappiacani".
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2 commenti:

Arthur ha detto...

Non si può dire che l'autore non sia originale

Unknown ha detto...

...un libro per sorridere un po'...