Qualsiasi cosa dicano di me i mortali - non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli - tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli Dèi e gli uomini.
martedì 29 dicembre 2009
Sig. Smith
martedì 15 dicembre 2009
Discorso a Zion
giovedì 3 dicembre 2009
Se
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;
se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo
se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;
se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "tieni duro!";
se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
venerdì 27 novembre 2009
Il naufragio di un matrimonio
In parte però è colpa mia, se abbiamo divorziato. Ho sempre avuto, nei suoi confronti, un atteggiamento schifoso. Durante il primo anno di matrimonio, tendevo a porre mia moglie sotto un piedistallo.
Siamo stati un bel pezzo a litigare, a scannarci, e alla fine abbiamo deciso che sarebbe stato meglio prenderci una vacanza o divorziare. Ne abbiamo discusso pacatamente, da persone mature, e abbiamo optato per il divorzio poiché potevamo spendere solo una certa somma. Eppoi, una vacanza alle Bermuda dura due settimane, laddove un divorzio dura tutta la vita.
Già mi vedo libero di nuovo, abitare nel Village da scapolo, in un bell'appartamentino con caminetto, soffici tappeti e, alla parete, un buon Picasso di Van Gogh. Senza contare hostess scatenate, bellissime, che mi scorrazzano intorno.
L'idea mi eccitava moltissimo, e venni dunque al sodo. La misi giù dura. Le dissi: "Quasimodo, voglio il divorzio".
E lei mi disse: "Va bene, pigliati il divorzio".
Senonché viene fuori che nello Stato di New York vige una strana legge, per cui non ottieni il divorzio se non fornisci prova di adulterio. Ciò è bizzarro, poiché uno dei Dieci Comandamenti dice: "Non desiderare la donna d'altri". Sia come sia, lo Stato di New York ti istiga invece all'adulterio.
Si viene così a creare una sorta di tiro alla fune fra Dio e il Governatore.
Ne conseguiva che uno di noi due doveva per forza commettere adulterio. Mi offrii volontario io.
Ma quando sei sposato e fuori dal giro, non sono molte le donne che hai sottomano. L'unica che avevo a tiro era Nancy, la miglior amica di mia moglie. Quindi le telefonai per chiederle se voleva commettere adulterio con me. Mi rispose: "Ma neanche a beneficio del Programma Spaziale". Il che interpretai come un cauto rifiuto.
Andò a finire che fu mia moglie a commetterlo, per me, un adulterio?. E' sempre stata più incline di me alla meccanica.
giovedì 19 novembre 2009
Alice nell'Apocalisse
mercoledì 18 novembre 2009
Germogliare

giovedì 5 novembre 2009
Io sono folle
venerdì 30 ottobre 2009
PREAMBOLO ALLE ISTRUZIONI PER CARICARE L'OROLOGIO

JULIO CORTAZAR
sabato 24 ottobre 2009

Qui di seguito, dalle memorie e ultime volontà, del celebre Rodolfo Alfonso Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi (Rodolfo Valentino) riporto le dieci qualità che la donna perfetta dovrebbe avere.
giovedì 1 ottobre 2009
Le Regole...degli "amici"..

2.Comportamento educato nei confronti dell’insegnante, dei compagni e del personale.
3.Puntualità.
4.Ordine e pulizia della persona, sono vietati in sala da ballo:
-Piercing
-I capelli lunghi sciolti
-I gioielli
5.Ordine e pulizia dei locali e dell’ambiente.
6.L’abbigliamento fornito gratuitamente dalla scuola agli allievi deve essere tenuto con cura.
7.Nella sala di danza classica non è permesso entrare con le scarpe da esterno.
8.Chiedere il permesso per uscire dalla sala.
9.E’ proibito masticare gomme in classe!
10.Divieto di fumare nella scuola.
11.All’entrata della sala di danza classica gli allievi devono fare l’inchino in segno di rispetto agli insegnanti.
12.E’ vietato l’uso di linguaggio volgare.
13.Attenersi comunque a tutte le altre regole della scuola
sabato 8 agosto 2009
Nove maggio

mercoledì 5 agosto 2009
Le regole del fight club

Prima regola: Non si parla del Fight ClubSeconda regola: Non dovete mai parlare del Fight ClubTerza regola: Niente scarpe, niente camiciaQuarta regola: Combattono soltanto due persone alla voltaQuinta regola: Soltanto un combattimento alla voltaSesta regola: Il combattimento finisce quando uno dei due dice basta, o e' troppospompato, o si accascia a terraSettima regola: Se e' la vostra prima sera al Fight Club, dovete combattere.
giovedì 25 giugno 2009
Quel posto che non c'è

domenica 24 maggio 2009
I shot a Moose Once

...Questa è assolutamente da non credere. Abbattei un alce, un giorno. Andavo a caccia, su, verso il confine col Canada, e abbattei un alce. Lo lego al parafango, e via. Me ne torno a New York, sull'autostrada. Però non mi ero accorto che l'avevo colpito di striscio: l'alce era solo tramortito. Alle porte di New York comincia a riprendere conoscenza. Eccomi dunque a viaggiare con un alce vivo sul parafango, laddove c'è una legge nello Stato di New York che lo vieta espressamente - di viaggiare con un alce vivo sul parafango - il martedì, il giovedì e il sabato. Vengo preso dal panico.
Allora mi sovviene che un mio amico dà una festa in costume, quella sera. Prendo una decisione: vado e ci porto l'alce. L'imbuco e me ne lavo le mani. Detto e fatto. Arrivo e busso alla porta con l'alce appresso. Il padrone di casa ci accoglie sulla soglia. "Ciao", gli faccio, "conosci i Solomon?". Entriamo. L'alce socializza subito. Non se la cava mica male. Tanto più che un tale cerca, con una certa insistenza, di vendergli una polizza d'assicurazione.
A mezzanotte c'è la premiazione per i costumi più belli. Vincono il primo premio i coniugi Berkowitz, travestiti da alce. L'alce arriva secondo. Come monta su tutte le furie! Lui e i coniugi Berkowitz si prendono a cornate, lì, in salotto. Si tramortiscono a vicenda.
Ecco, dico fra me, il momento opportuno. Acchiappo l'alce, lo lego al parafango e via - torno nei boschi. Sennonché ho agguantato i coniugi Berkowitz. Ed eccomi a viaggiare con due ebrei sul parafango. Laddove vige una legge nello Stato di New York, per cui ciò è severamente vietato il martedì, il giovedì e soprattutto il sabato...
La mattina seguente, i coniugi Berkowitz si risvegliano nel bosco in costume da alce. Di lì a poco il consorte viene abbattuto, imbalsamato ed esposto, come trofeo di caccia, al Circolo Atletico di New York. È da ridere, veramente, perché a quel club non sono ammessi gli ebrei...
venerdì 22 maggio 2009
Singolarità tecnologica

"...Diciamo che una macchina ultraintelligente
lunedì 11 maggio 2009
Wrong

I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong
Wrong
There's something wrong with me chemically
Something wrong with me inherently
The wrong mix in the wrong genes
I reached the wrong ends by the wrong means
It was the wrong plan
In the wrong hands
The wrong theory for the wrong man
The wrong eyes on the wrong prize
The wrong questions with the wrong replies
Wrong
Wrong
I was marching to the wrong drum
With the wrong scum
Pissing out the wrong energy
Using all the wrong lines
And the wrong signs
With the wrong intensity
I was on the wrong page of the wrong book
With the wrong rendition of the wrong hook
Made the wrong move, every wrong night
With the wrong tune played till it sounded right yeah
Wrong
Wrong
Wrong
I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong
domenica 26 aprile 2009
Come Foglie

Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai
venerdì 3 aprile 2009
Amleto Atto III, scena 1

To be, or not to be, that is the question
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing, end them.
Essere o non essere: questo è il problema:
se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di problemi e combattendo disperderli.
To die, to sleep-
No more and by a sleep to say we end
The heart-ache, and the thousand natural shocks
That flesh is heir to; 'tis a consummation
Devoutly to be wished.
Morire dormire; nulla più: - e con un sonno dirsi che poniamo fine al dolore e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da desiderare ardentemente.
To die, to sleep;
To sleep, perchance to dream. Ay, there's the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled of this mortal coil
Must give us pause - there's the respect
That makes calamity of so long life:
Morire - dormire - dormire, sognare forse: ma qui è l'ostacolo che ci trattiene: perché in quel sonno della morte quali sogni possan venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo groviglio mortale: è la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
For who would bear the whips and scorns of time
Th'oppressor's wrong, the proud man's contumely,
The pangs of despis'd love, the laws delay,
The insolence of office, and the spurns
That patient merit of th'unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin;
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gl'insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, gli spasimi dell'amore disprezzato, gli indugi della legge, l'insolenza di chi è investito di una carica, e gli scherni che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?
who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country, from whose bourn
No travellers returns, puzzles the will
And make us rather bear those ills we have,
Than fly to others that we know not of?
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una gravosa vita, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte - la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore - confonde la volontà, e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo?
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o'er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pitch and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.
Così la coscienza ci fa tutti vigliacchi; così la tinta naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo per questo riguardo deviano il loro corso: e dell'azione perdono anche il nome